L’acqua, un patrimonio da difendere e valorizzare
Ottobre 17, 2012Intervista rilasciata al giornalista e scrittore Carlo Grande, in cui il regista affronta le problematiche legate alle risorsee alla valorizzazione del territorio alpino a cui è da sempre legato.
D. Fredo Valla, regista che ha narrato con Giorgio Diritti splendide storie di montagna come “Il vento fa il suo giro”, vive ai piedi del Monviso. Valla, cosa significano per lei le Alpi?
R. Sono il luogo in cui sono nato e cresciuto, dove amo vivere; una fonte di ispirazione, per fare silenzio intorno a sé. Ma sono anche un simbolo nazionale: l’Italia è innanzitutto paese di montagne (compresi Appennini e terre alte nelle isole), risorsa fondamentale per il nostro territorio, che non ha voce nelle politiche nazionali.
D. Come si vive in montagna?
R. Affrontando tanti problemi pratici: fare l’orto, la legna, falciare un prato o proteggere una pianta da cervi e caprioli, portare i bambini a scuola su e giù… Stare su un territorio, difenderlo, è anche una fatica. Sbarazzarsi delle Comunità montane è un errore.
D. Si può ottenere un equilibrio fra uomini, animali, risorse?
R. Sì, innanzitutto aiutando gli umani: con le distanze da superare, il trasporto dei figli, le spese nei negozi sempre più lontani, andare ogni tanto al cinema… L’ecosistema è cambiato profondamente negli ultimi decenni, l’equilibrio è precario: vent’anni fa c’erano pochi caprioli o cervi, al più cinghiali, faine, volpi. Ora vedo molte meno faine e più cervi e caprioli. Una visione anche rasserenante, che ci riporta alla montagna primordiale, ma sono troppi. I cervi scortecciano le piante e il cinghiale rivolta le zolle: veder devastare un prato falciato fa male; ascoltassi lo spirito da cacciatore dei miei antenati contadini (ma non ce l’ho) li abbatterei tutti.
D. Come aiutare le Alpi?
R. Difendendo la loro identità culturale, facendo sì che traggano più benefici dalla risorsa principale, l’acqua, che spesso non è governata, che dovrebbe essere un bene pubblico. E’ il nostro petrolio. Inculcando più rispetto nei cittadini, rendendoli consapevoli del valore della natura e del paesaggio, del benessere che ci dà, del valore della bellezza. Vale anche per le loro pianure e periferie. Tutto ciò dovrebbe essere radicato e istituito nel nostro animo, prima ancora che per legge.